Sono reduce da un’ora di fila alle Poste, il tutto per una raccomandata urgente scappata all’improvviso tra le mani per sbadataggine del commercialista. Evvabé. Comunque, un’ora esilarante.
Nell’ordine: sui tavoli troverete sempre una miriade di moduli, ma mai, mai, il cartoncino della ricevuta di ritorno; gli sportelli non saranno mai, mai, tutti aperti, anche se in coda ci sono orde disumane di persone spazientite, al meglio; agli sportelli ci sarà sempre, al massimo, una sola persona mediamente sveglia e veloce; non avranno mai, o quasi, il resto da darvi preciso e saranno sempre costretti a chiederlo al vicino di cassa o a lamentarsi con voi che non andate coi soldi contati (e perché dovrei sapere quanto mi costa in anticipo?); le persone in fila o litigheranno tra loro per il posto o irrideranno il sistema, la nazione, le poste o gli sportellisti, con ghigni degni del peggior D’Alema; il responsabile di turno, che arriverà di rado e su richiesta di qualche dipendente alle prese con un computer non funzionante, sarà sempre di un grigio, ma di un grigio, che Fantozzi al confronto è un figo. Insomma, care Poste, ancora qualche passo in avanti lo dovete fare per confrontarvi normalmente con la concorrenza europea.
Per ora noto che la posta prioritaria funziona: continuo a chiedermi però per quale motivo ho dovuto pagare di più una qualità che doveva essere garantita già dal servizio ordinario.
Avanti il prossimo…