Oggi non pensavo di scrivere. In qesto periodo ho molti impegni di lavoro, tali e tanti che sconfinano sempre più spesso negli orari e nei pensieri di solito dedicati al “privato”. Il blog è la prima vittima, come lo è Internet nei momenti di crisi economica per le aziende. Però poi ho letto un pò di cose in giro, ne ho ascoltate altre e – ma guarda un pò – proprio non ce l’ho fatta a tacere.
La dichiarazione di Berlusconi post elezioni di Catania è incredibile. Dire che se si impegna direttamente ed in prima persona per una campagna elettorale, allora vince, non tiene conto del fatto che Catania viene dopo una carrellata di insuccessi quasi infinita né del suo impegno per le regionali nel Lazio, che c’è stato (senza successo). Soprattutto però mostra quanto sia pieno di sé, arrogante nei confronti della sua stessa maggioranza, già pronto a farla “pagare” alla fronda centrista.
Un’arroganza che ieri ho sentito anche dalla Prestigiacomo presente a Ballarò e che nei primi minuti è stata quasi insopportabile, a prescindere da come la si pensi politicamente, o oggi nell’intervista a Scapagnini, neo sindaco di Catania, sul Corriere: evidentemente un imprinting che danno ai forzisti.
Lunedì sono stato all’Auditorium di Roma per ascoltare Francesco Guccini parlare di sé, intervistato da Castaldo e Assante. Io non ho miti né eroi ma da Francesco, pur simpatico, mi attendevo di più. Molto di più anche dai due giornalisti tanto osannati in Italia e che hanno condotto un’intervista a dir poco banale. A Francesco solo un appunto per non aver saputo resistere a qualche battuta politica scontata, che ha fatto contenti solo i no global presenti. La chiamerei la sindrome di Tafazzi della sinistra, l’autocompiacimento, la conventicola. Ecchepalle! Intendiamoci, Guccini è intelligente, spiritoso, lucido e “spesso”. Pretendevo di più.
Infine, leggo e condivido un paio di interventi di Beppe Grillo sul suo blog, qui e qui. La nostra informazione fa discretamente schifo.
Ieri per lavoro ho pranzato con altre persone in un posto mal frequentato: Palombini all’Eur. E’ un bar con tavola calda ma se la tira come fosse la Casa Bianca. Per ordinare un caffé abbiamo dovuto chiedere a tre camerieri diversi, ognuno differentemente vestito, tutti a risponderci che no, dovevamo chiedere al cameriere, non certo a loro. E loro, camerieri, chi erano? Bon, chiediamo infine a quello giusto che li porta e poi dice con tono algido e senza guardarci in viso: “Però dovete ordinare ad un solo cameriere, altrimenti li preparano due volte”. E scocciato andarsene. Ero lì per lavoro, dunque ho assecondato il silenzio basito dei commensali. Ma giuro, fossi stato solo mi sarei alzato, avrei preso la sedia e l’avrei ben assestata sul viso del pirla. Occorre iniziare ad educare le persone…