Come accennavo ieri sono stato invitato alla proiezione del film “Zero, inchiesta sull’11/9” dagli autori e produttori. In questo caso nessuna cospirazione: Franco Fracassi lo conosco da anni, mentre il progetto da quando mi si chiese una consulenza web.
Prima cosa che intendo dire: il film documentario è interessante, il montaggio e l’impianto narrativo pulito e facile da seguire, alcuni passaggi emozionanti. In ogni caso, alla prossima uscita nelle sale, consiglio a tutti una visione anche critica del documentario, vista la centralità della storia raccontata sul periodo che stiamo vivendo e le implicazioni sui concetti di verità, giustizia e democrazia.
Personalmente mi ritengo una persona scettica e razionale per antonomasia, per cui ho sempre mantenuto le mie riserve sulle tesi che contestavano la verità ufficiale sull’11 settembre 2001. Ancora oggi sono persona che tende a storcere il naso appena si parla di complotti, servizi deviati, cospirazioni… è così implicito tutto ciò nella cultura italiana, che siamo propensi a leggere dietro ai fatti sempre misfatti più o meno segreti (certo, abbiamo le nostre ragioni in un Paese che convive con Ustica, Piazza Fontana, il golpe Borghese, ecc.). E spesso non ve ne sono.
Però, lo ammetto, alcune notizie venute fuori negli anni hanno quantomeno fatto pensare che le verità siano state anche solo “ritoccate”. Insomma, che qualcosa non tornasse del tutto. A rimettere tutto assieme, a vedere filmati e a sentire interviste, i dubbi aumentano. A me restano dubbi (che io sono appunto come San Tommaso) ma molti più di quanti non ne avessi all’inizio. E qualche certezza: la commissione d’inchiesta Usa ha chiuso sbrigativamente e superficialmente l’indagine.
E dubbi non possono non esserci, anche se ritengo improbabile che un governo decida di far morire scientemente 3mila suoi connazionali. Dunque, mi colpisce un poco il fuoco che si scatena attorno a tesi e antitesi sull’argomento. Tutti con una verità incrollabile, con certezze inossidabili, con violenza oratoria. E’ quanto leggo su questo blog (più che altro nei commenti). Tanto che, la citazione EELST con cui titola Luca Sofri mi sembra assai appropriata dell’accuratezza di alcune fonti.
Comunque, ribadisco, preferisco tante voci diverse che una sola voce ufficiale. E preferisco un giornalismo che coltivi le inchieste e incalzi le fonti alla ricerca di una verità, qualunque essa sia.