Parafrasando i consigli che Nico Cereghin dava ogni domenica in tv (casco ben allacciato e fari accesi anche di giorno, consigli quanto mai validi per chi viaggia in moto), viene da aggiungere che occorrerebbe accendere in motocicletta, oltre i fari, anche il cervello. Sempre.
La moto è un mezzo di trasporto? No, non solo. La moto è emozioni, adrenalina, piacere di guida, senso di libertà. Qualcosa di talmente bello che si accettano i rischi connessi al suo uso. Il rumore che sale, l’asfalto che scorre via veloce, la moto che piega e disegna geometrie perfette, la staccata prima di un tornante… tutte emozioni cui nemmeno il motociclista più morigerato sa rinunciare.
Epperò, leggendo certe notizie o percorrendo ogni giorno le strade di una grande città, ci si rende conto che il rischio è dietro l’angolo e che siamo cittadini più a rischio di altri, per le strade ed i comportamenti altrui in primis. Occorre dunque almeno conoscersi e conoscere il mezzo, conoscere i propri limiti, avere sempre un margine di sicurezza che consenta correzioni repentine in caso di errore o imprevisti.
I rischi esterni, quelli purtroppo ci saranno sempre. Un guasto, una foratura, una chiazza d’olio in curva, un’auto che non rispetta uno stop od un motorino che procede contromano, sono solo alcuni degli eventi che non possiamo controllare (non sempre almeno). Agli altri, almeno, poniamo attenzione. Fa male leggere di centauri morti e sarebbe bello non leggerne più.
PS: ieri era la prima passeggiata sul misto con il mio R 100 GS… che gusto e quale potenza 😉