Quasi ci siamo. Domani avremo un giorno di silenzio da questa campagna elettorale peraltro sottotono, sopratutto a livello locale. Qualcuno parla di 4 punti percentuali di distacco a ieri tra Pdl e Pd, ma per il peso che do ai sondaggi politici in Italia, direi che vale la pena attendere lunedì notte per capire dove siamo finiti (brace o padella?).
Il caffé con Clooney di Uàlter, è stata una di quelle mosse cui il nostro di ha abituato negli ultimi anni, anche riuscita se vogliamo, tanto da finire in qualunque telegiornale. A cena ieri sera qualcuno sottolineava però come non fosse mossa dissimile da quelle di Silvio, che da sempre si circonda di nani e ballerine. Forse sì, con un pò di classe in più.
La Madia fa sfoggio intanto della sua inesperienza, sbandierata in fase di presentazione e più volte ricordata. Così pubblica una sua intervista per “A” come rilasciata a “Vanity Fair”. Iniziamo bene… La Santanché ha sparato gli ultimi fuochi (o fiamme) pensando sempre a come Berlusconi voglia le donne o lei, insomma, questione di posizioni. Bossi & Co. minaccia di impugnare i fucili sulle stesse decisioni prese dai suoi (vedi schede elettorali). Il Berlusca attacca ogni giorno le istituzioni, i comunisti (ancora?), ora pure Totti; parla di brogli dimenticando che la volta scorsa il ricontrollo delle schede andò peraltro a suo sfavore (!), ma messianicamente finisce sempre con la richiesta di “evangelizzare” quei tonti ancora indecisi. Milly d’Abbraccio a Roma pubblica il suo culo, poi dice che è colpa del grafico.
Intanto i due comitati romani per Alemanno e Rutelli hanno dimostrato flemma incredibile, difficoltà nel reperire volontari (soprattutto Rutelli, in ogni caso per entrambi non mi stupisco affatto), grossa dose di impreparazione e non professionalità nella gestione degli eventi e della campagna in genere. Io comunque il voto a Rutelli non lo darò, mi spiace, a costo di verbalizzare il rifiuto al voto per il Comune di Roma: la questione referendum fecondazione assistita e l’aver introdotto in Parlamento la Binetti, non potrà mai essergli perdonato.
Dunque, facendo due conti, 24 ore di silenzio ci stanno tutte. Tanto lunedì sera partiranno accuse, dinieghi, celebrazioni e il solito gran vociare di chi parla così forte da non sentire più gli altri. Eppure, io voterò. Perché alla fine, nonostante tutto, delle note nuove in questa campagna ci sono state e perché in fondo, la speranza di non cedere nuovamente a chi è istituzionalmente improprio, cova sempre sotto la cenere.
Stop, silenzio.