Siamo il Paese delle indignazioni, degli allarmi e delle decisioni prese sull’onda delle emozioni. In pratica cerchiamo di tappare falle quando queste sono già aperte e mai, mai, provvediamo affinché queste non abbiano a formarsi. Il problema è che legiferare sulla scia di un’emozione forte, di uno scuotimento profondo legato ad un fatto di sangue, difficilmente porta consiglio (e buone leggi). D’altronde, cosa attendersi da chi si lancia accuse a cadavere ancora caldo, accuse del tutto strumentali, da una parte e dall’altra? Sarebbe bella invece un’Italia capace di governare, prevedere, mettere le basi per il futuro, sempre un passo avanti agli accadimenti contingenti, come a percepirne intimamente i cambiamenti…
PS: che poi, allo svanire dell’indignazione o dell’emozione, di solito svanisce anche il problema come per magia: vedi indulto o eutanasia (non fosse per qualche volenteroso).