Il Blog di Lebowsky

"Tiente largo, ma datte 'n limite" (cit. M. Paolini)


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Per compensare il voto

Anche se ho votato con cognizione e convinzione (ma su Comune e Circoscrizioni mi sono ampliamente rifiutato di dare un’altra volta il voto a Mr.PlitzVisitAurCauntriS’ilPapavòle), ci son volute due azioni per darmi un minimo di sollievo:

  • un caffé e cornetto da Cristalli di Zucchero, uno dei bar pasticceria più buoni di Roma
  • l’adesione a Italian Blogs for Darfur, perché tra Birmania, Tibet e Darfur il silenzio assordante degli interessi è ormai insopportabile


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Piaceri insani

Armando Dionisi Lo ammetto, c’è un piacere morboso nel guardare i simboli elettorali o i manifesti che stanno riempiendo le nostre città. Non so se avete notato come da qualche anno ormai, i simboli dei partiti non sono più sufficienti evidentemente alla comunicazione: per ognuno, compare il nome del candidato premier, presidente, ecc.

Ciò che più diverte però sono i messaggi, involontariamente comici in alcuni casi. E le foto! Ah, le foto! Guardate qui a sinistra e ditemi se ciò che viene in mente alla parola “forte” non è lo stomaco che occorre avere per sostenere lo sguardo spiritato del candidato Udc.

Sul suo sito, quello che pare un must per tutti quest’anno: una vice donna e una giunta under 35, ossia gggiovane. Un po’, lo ammetto, mi diverto in questo periodo. Sul dopo, ho dubbi seri che ci sarà ancora da ridere…


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L'importante è esser coerenti

Leggo che Di Pietro propone un massimo di due candidature per un politico. Gilioli fa notare come lui è stato eletto, appunto, già due volte, nel 1997 e nel 2006. Poi sbircio nei commenti e mi ricordo (retorico) di come nell’Italia dei Valori sia stato eletto un De Gregorio, changé la femme, o un Orazio Schiavone, in barba alla regola grillesca subito assunta a propria per cui nessun condannato dovrebbe sedere in parlamento. L’importante è essere coerenti…

PS: troppo ghiotta come notazione, tanto da vincere la pigrizia di questo periodo; triste invece pensare che Walter non vada poi così solo alle elezioni.


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Meglio soli che male accompagnati

La reiterazione di Veltroni sul fatto che il PD potrebbe andare solo alle elezioni ormai prossime, mi pare l’unica notizia positiva nell’annichilente situazione politica italiana pre e post crisi.

Magari il PD così perderà, anzi sarebbe strano il contrario, però dopo questa pessima coalizione, riunitasi attorno a quello che sembrava un vincolante programma di 200 e rotte pagine presentato in pompa magna come garanzia per l’elettorato sulla falsa riga della sfigata quanto “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana memoria, e dopo le prove di rigidità dei piccoli partiti dell’Ulivo sulla nuova legge elettorale, ritengo sinceramente sia meglio perdere che vincere: perdere con dignità piuttosto che con opportunismo, perdere una volta, forse due, ma poi qualora mai si riuscisse a rialzare il capo, lo si potrebbe fare senza guinzagli di alcun genere, tanto meno a strozzo. Avendo anche fatto, nel frattempo, un po’ di pulizia.

Ciò non toglie che la gestione del PD lascia comunque tanti dubbi aperti e l’impressione, forte, che al voto occorrerebbe andarci con tanto di nausea montanelliana.


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Liste civiche col bollino

Storcevo il naso già dal momento in cui Grillo pontificava sul suo blog. I motivi sono mille, ma ai capopopolo credo poco così come all’integrità assoluta dell’essere umano: nessuno è perfetto, nessuno può salire sul pulpito e pontificare senza riserve. Era però un ruolo complementare alla sua attività di comico e dava linfa e pubblico ai suoi spettacoli, per cui era comprensibile.

Il passo del V-day mi era però sembrato enorme e pieno di buche logiche, chiamiamole così. Meglio di me ne hanno parlato Wittgenstein, Manteblog o lo stesso Luttazzi. Ho trovato le sue argomentazioni demagogiche, populiste, propagandistiche. Distruggere i partiti? I partiti sono il fulcro di una democrazia! Semmai cambiamo i partiti o i loro rappresentanti, che è cosa diversa, se vogliamo più difficile ma anche più accorta.

Passa qualche giorno e con la scusa di minare il sistema dall’interno, parla di liste civiche col bollino. Due considerazioni rapide: l’idea del bollino è allo stesso tempo presuntuosa (il mio nome è la vostra garanzia) e consunta (non erano la stessa cosa le liste a nome di persona, ben in vista sui loghi dei partiti o delle coalizioni di centro-destra e di centro-sinistra?).

Infine, fa bene all’Italia? Trovo assai più coraggiosa personalmente la candidatura alle primarie del Pd di Enrico Letta. Lavorare dall’interno vuol dire prendere una tessera e fare politica, sporcarsi le mani, cercare di migliorare le nomenklature. Anche sparigliare le carte in alcuni casi. E farlo con la testa alta. Senza avere 70 anni…

Altrimenti si fa cabaret, ma sulle spalle degli italiani.