Il Blog di Lebowsky

"Tiente largo, ma datte 'n limite" (cit. M. Paolini)


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Un problema italiano

Non voglio scrivere più una riga sulla querelle Alitalia, inizio ad averne quasi la nausea per la ridda di voci, smentite, falsità che vengono quotidianamanete sciorinate da molti soggetti. Però due cose le metto nero su bianco.

Il Sole 24 Ore e con lui altri soggetti, in questi mesi hanno fatto i conti in tasca ad AirOne e quello che ne è uscito fuori è un sostanziale tornaconto di AirOne alla fusione con Alitalia, per recuperare perdite forti. Il patron Toto ha ribattuto oggi con una lettera, ma Ferruccio De Bortoli ha spaccato il capello (e che capello), ribadendo l’esposizione finanziaria forte di AirOne.

I sindacati hanno visto emissari Lufthansa oggi, per definire il partner straniero. Ecco, che cosa c’entrano i sindacati con la scelta del partner? Hanno fatto la loro parte, ora dovrebbero – in un paese normale – tirarsi indietro e lasciare all’imprenditore le scelte strategiche! Solo dopo la scelta semmai potrebbero discutere con l’imprenditore pro e contro di un’opzione piuttosto dell’altra. Questo, almeno, in un mercato non viziato…


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Malimort…

Se così fosse, complimenti davvero a tutti coloro che hanno affossato la trattativa con Air France, l’unico piano industriale serio per Alitalia visto negli ultimi anni. L’unico vero problema ad un ridimensionamento di questo tipo, sarà che continueremo a pagare tutti noi il costo degli esuberi come abbiamo fino ad oggi pagato la cattiva amministrazione della compagnia di bandiera; che usciremo dalla più grande alleanza aerea, SkyTeam; che nessuno probabilmente pagherà la propria irresponsabilità (sindacati, nuovo governo, Berlusconi con la sua fantomatica cordata italiana…). Al solito.


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Un'opportunità per l'Italia

Se le voci partite da Reuters fossero vere (e credo lo siano), l’ipotesi di assegnare la compagnia di bandiera Alitalia ad Airone sarebbe una scelta politica e non di mercato. La differenza di prezzo per quota – 0,35 eurocent contro 0,01 – in un Paese normale basterebbe ad assegnare un primato, da mediare coi piani industriali ma che sicuramente darebbe una precedenza nelle trattative.

A sentire poi le dichiarazione di Spinetta, a.d. di Air France, e passando al setaccio la storia del matrimonio con Klm, si comprende come infine, dopo tanto essersi nascosti, i cugini d’oltralpe abbiano presentato una candidatura forte. La mia paura è che la scelta sarà dettata dalla politica e non dall’economia, privilegiando un imprenditore italiano su cui indubbiamente la politica avrebbe maggior voce e potere.

Per una volta, confido però che saremo in grado di decidere con serietà. Il che non vuol necessariamente assegnare ad Air France la compagnia: significa solamente fare valutazioni oggettive e strategiche e non dare peso a discorsi che con i bilanci hanno poco a che fare.

PS: Resta peraltro  il mio dubbio sul fatto che avere eventualmente una sola compagnia su tratte nazionali (o quasi, visto che altre collegano solo pochi aeroporti) sia controproducente per la concorrenza, dunque una sola AirOne probabilmente non farebbe bene al nostro sistema.


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Paghi A, prendi B

Mercoledì scorso ho preso l’ennesimo aereo. Questa volta, non avendo alcuna idea sulla data di rientro per motivi di lavoro, ho spezzato le due tratte, andata e ritorno.

Prima sorpresa: con Alitalia un biglietto andata/ritorno costava circa 180 euro tasse incluse, mentre una sola andata 190 euro. Se posso comprendere una formulazione del prezzo legata alla quantità, come avviene in tutto il commercio, ovvero ad una situazione in cui la tratta singola costa un pò di più della metà del prezzo dell’a/r, non comprendo invece un prezzo che è ben superiore al prezzo della tratta doppia! Perché? Per quale motivo? Bah… poi si chiedono come mai la compagnia di bandiera è in crisi. Forse anche perché perde tutti i passeggeri che “spezzano” un viaggio?

Mi sono dunque rivolto ad AirOne. Il solo andata costa la metà precisa dell’andata/ritorno. Arrivo in aeroporto, faccio il check-in, arrivo al gate e mi preparo all’imbarco. Il bus ci porta sotto un aereo da una nuova livrea, senza nome AirOne ma Livingstone. Pago AirOne e mi ritrovo una compagnia sconosciuta ai più. Ora, io sono un fatalista assoluto e piuttosto pragmatico, però in un settore come quello del volo, dove entrano in gioco anche fattori psicologici, non credo sia molto corretto far operare una tratta ad un altro vettore. Se io avessi paura di volare e non fossi così abituato a salire e scendere da un mezzo alato, magari acquisterei un biglietto sulla base della sicurezza che un nome ed una compagnia mi trasmettono. Anche qui, bah…