Mentre l’ottimismo della volontà si allontana inesorabilmente…
Siamo un Paese veramente buffo, se ci fosse poi qualcosa da ridere. E come sempre, piove sugli onesti, aggiungerei personalmente. Così leggo ieri questo post di Marco e mi cascano le braccia.
Penso al fatto che le liberalizzazioni procedono a rilento ed assomigliano sempre più al famoso formaggio svizzero più che a un lenzuolo di riforme… potere delle lobby, delle categorie, degli individualismi, e – per contraltare – della debolezza dei nostri politici. Perché noi italiani siamo fatti così: parliamo bene, ma razzoliamo malissimo.
Ci lamentiamo tutti, salvo poi non rispettare una fila (il requisito minimo del vivere civile), non pagare le tasse, non rispettare il prossimo, pensare che l’esser furbi e non onesti paghi. E allora, se siamo così, ci meritiamo questo Paese allo sbaraglio e senza un gran futuro. Protestano i notai, i tassisti, i farmacisti, gli -isti di qualsiasi genere, sapendo che qualcosa otterranno, giusto o meno che sia. In Italia vince la prepotenza, non gli argomenti.
Penso alla penosa trasmissione di ieri “Confronti”, sulla Rai, dove citazioni Ricucciane facevano assai ridere i convitati ed un Moncalvo che forse si prepara ad un cambio di maggioranza, gongolava a convenire con Feltri ed allo stesso tempo metteva le mani avanti per la prossima stagione tv, dichiaratamente. Uno spettacolo da osteria. Anzi no, da conventicola (e penso al film “Caterina va in città” di Virzì).
Penso ieri ad uno speciale del Tg3 sul pentito Leonardo Vitale, usato e abusato dal nostro Paese, non protetto, anzi prima rinchiuso in un manicomio e sottoposto a numerosi elettroshock, poi rimesso in libertà nella sua Sicilia… libero di essere ucciso da quella stessa mafia che aveva aiutato giudiziariamente a perseguire.
Penso alla storia di Tortora, come sempre ben raccontata da Minoli questa mattina, ennesima storia triste di questo nostro Paese. E penso a come il carcere sia pena estrema e minante per un uomo, tanto più se innocente. E mi chiedo, allo stesso tempo, come sia possibile gongolare per una persona che finisce in carcere, chiunque essa sia, ed anche se meriti una punizione. Paris Hilton mi è immensamente antipatica e merita di scontare una pena per il suo reato, ma fare gossip o divertirsi sul male altrui, mi sembra incredibilmente triste.
Penso a come ci riempiano di rumori di fondo ai Tg… tante notizie, nessuna notizia. E’ così per le dichiarazioni dei politici, una contro l’altra, una più urlata dell’altra, così che alla fine, tutto sia confuso e non si discuta del merito.
Penso a storia di sindacalismo tutte nostrane, da capire e valutare, ma che lette così, fanno venire i brividi. E’ il caso dell’esperienza San Lorenzo, raccontata da Antonio Tombolini.
Penso ai due treni che si scontrano in Sardegna ed a Report e alle sue denunce sulla sicurezza capaci solo di muovere Trenitalia a licenziare i dipendenti intervistati e non a migliorare i propri servizi. Così ci risiamo, altri morti, su binario unico e senza blocco automatico della corsa.
Penso alle Autostrade: ero in viaggio per Parma ed ormai, per quanto distrutta, preferisco la strada che passa per il Verghereto a quella per Firenze-Bologna, dove bene che ti vada un’ora di fila ogni giorno la devi mettere in conto, per un incidente sul tratto appenninico o per lavori infiniti in corso. Da anni! Ed infatti alla radio, fioccavano i chilometri di coda.
Insomma, finché ognuno di noi non si farà un serio esame di coscienza, finché saremo tutti così maledettamente italiani, ci meriteremo questo sistema, questo Paese, questa italietta. Ma ad esser poco italiano, ci rimani di merda ogni giorno, con una gran voglia di fare le valigie e andartene.