Il Blog di Lebowsky

"Tiente largo, ma datte 'n limite" (cit. M. Paolini)


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Fino a prova contraria

Sono parecchio stupito della rilevanza che alcuni giornali hanno dato alle foto di Alberto Stasi, sospettato per il delitto di Garlasco, posto alla gogna dalla stampa e poi addirittura arrestato forse con una certa leggerezza. Ad oggi, non ci sono prove che lo identifichino come colpevole e in uno stato di diritto, almeno fino a prova contraria, deve essere considerato innocente.

E allora, che senso ha mostrarlo in compagnia di amici sorridente e – rubando il mestiere agli specialisti del gossip – titolare: “Garlasco: Stasi si rilassa con una bionda sui Navigli”? La bionda potrebbe essere semplicemente una degli amici del gruppo con cui è uscito; nessuno ha pensato che pubblicare una foto del genere più che diritto di cronaca è violazione della privacy; ognuno vive il lutto in maniera diversa, chi dice che a distanza di mesi non sia lecito per un ragazzo cercare una sera di sollevarsi e ridere?

Ecco. Tutto (e dico poco) qua.


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La morte di Belle

Ho finito ieri sera di leggere La morte di Belle, libro di George Simenon. Ora, se qualcuno avesse intenzione di leggerlo in futuro, non porti avanti la lettura di questo post… perché ne svelerò la trama.

Ashby è un tranquillo professore in un college americano di provincia. Sposato, una vita regolare e monotona, ma rispettabilissima. Un giorno, una ragazza che ospita e che è la figlia di un’amica della moglie, viene trovata morta in casa sua, violentata. Lui non ne sa nulla ma era in casa: sospetti e giudizi della piccola comunità, anche in assenza di un arresto o di un’accusa ufficiale, minano la sua tranquilla vita. Ashby è ossessionato (questa è la parola giusta) dalla morte di Belle e dal sentirsi colpevole pur senza esserlo. Così ossessionato che tradirà la moglie una sera ed ucciderà la malcapitata conquista, per poi chiamare la polizia e costituirsi, nel ruolo che la comunità gli ha attribuito e in cui per ossessione anche lui si è rinchiuso.

Ecco, chiusa l’ultima pagina mi è venuta in mente Garlasco. C’è troppa leggerezza nei giudizi sulle persone. E troppa morbosità su crimini di questo tipo. A lungo andare, potrebbero generare mostri.


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Sbatti il mostro in prima pagina

Personalmente non ho alcun attaccamento morboso alle notizie di cronaca nera. Anzi, da anni ormai le ascolto al tg solo per evitarmi uno zapping in più, con assoluto fastidio e nessun interesse. Sui giornali, le salto al pari degli annunci mortuari. Non c’è nulla da fare però: gira che ti rigira te le sbattono in faccia ogni volta.

Ora provo profondo disagio a seguire il delitto di Garlasco. Non so come interpretare la storia dei fotomontaggi delle cugine “affrante” e truccatissime, su cui tanto e ovunque si è discusso tirando in ballo velinismi, danni generati dalla tv, derive sociali, ecc. D’altronde, girando per le strade, continuo a vedere pubblicità di serate in discoteca con guest star Corona, serate da cui personalmente mi terrei lontano ma che, evidentemente, richiamano pubblico.

Non so come possa apparire normale che di fronte alle case di vittima e indiziato, stazionino da giorni intere troupe televisive, con tanto di telecamere e orde di giornalisti senza scrupoli che incalzano anziani signori vittime di un dolore inimmaginabile e vicino. Che ti verrebbe voglia di prendere anche tu la scopa ed inseguirli, chiedendo un minimo di rispetto e – oddio che parola – umanità. Allo stesso tempo avresti voglia di scrivere al Garante della Privacy e chiedergli perché rompe le scatole su presunti e in alcuni casi risibili vincoli, mentre non detta regole un pò più ferree per violazioni che a me paiono abnormi.

Infine, non capisco come nonostante tutto si continui ad interpretare un avviso di garanzia come un’incriminazione de facto. Così abbiamo ancora una volta un ragazzo che non si sa se sia realmente colpevole o meno, che la legge descrive come innocente fino a prova contraria, sbattuto in prima pagina ovunque, sottoposto ad uno stress psicologico folle, destinato per sfuggire a tutto ciò ad una pur non comminata detenzione, agli arresti domiciliari.

L’estate sta finendo… tra poco dimenticheremo anche questa ed attenderemo il prossimo, agostano mostro.

PS: non capisco nemmeno perché sempre e comunque debba essere intervistato il parroco.