Fa sorridere in questi giorni la frenesia da iPad che si è scatenata negli utenti e negli editori. Leggo tweet di persone che tracciano al secondo la loro spedizione, confidando nello squillo del corriere da un momento all’altro; ed altre disposte a file interminabili per acquistare l’agognato oggetto, prima di altri (c’è chi poi lo ha preso negli Usa, fresco di produzione).
Fa sorridere anche la frenesia degli editori, che cercano di utilizzare questa uscita come una rivoluzione che li riguarda da vicino e che hanno quasi contribuito ad introdurre. Spopolano dichiarazioni di prima genitura per le app de Il Corriere, La Repubblica e La Stampa. Il Corriere addirittura segnala come è stato scelto da Apple per il sito italiano. Insomma, tutti a cavalcare la tigre.
La sensazione è che navighino a vista circa la sostenibilità economica del loro business. Siamo ancora abituati ad avere informazione gratuita su Internet; i giornali vendono sempre meno; le pubblicità in quest’anno di crisi si sono ridotte… I new media sono una grossa scommessa per loro, ma nessuno mi pare abbia ancora chiaro il proprio modello di business e dunque introducono novità e cavalcano nuove opportunità in modo tattico.
Di qui il sorriso.
Che iPad abbia le potenzialità della rivoluzione è vero: Apple è riuscita in questi anni a sdoganare tecnologie da geek sulle masse, grazie al proprio design e soprattutto al proprio marketing. L’iPhone è in mano a tutti ormai, aiutando altre aziende a piazzare sul mercato i propri smartphone. Il touch screen è presente su moltissimi telefoni, quasi irrinunciabile. Insomma, credo che iPad farà quello che Kindle non era riuscito a fare fino ad oggi: conquistare il grande pubblico.
Di più: il mobile è una nuova frontiera per la pubblicità. Uno schermo più grande aiuterà di certo l’introduzione di messaggi promozionali. Se tale schermo è in mano a milioni di utenti, il gioco vale la candela.
Staremo a vedere. Io preferisco attendere, per il momento, le future generazioni di iPad. Apple è stata sempre maestra anche in questo, adottando un perfetto stile Sergej Nazarovyč Bubka: un centimetro alla volta, record dopo record, alimentando attese e desideri degli utenti. Ora non c’è la webcam, scommettiamo che per Natale ci sarà? 😉