La reiterazione di Veltroni sul fatto che il PD potrebbe andare solo alle elezioni ormai prossime, mi pare l’unica notizia positiva nell’annichilente situazione politica italiana pre e post crisi.
Magari il PD così perderà, anzi sarebbe strano il contrario, però dopo questa pessima coalizione, riunitasi attorno a quello che sembrava un vincolante programma di 200 e rotte pagine presentato in pompa magna come garanzia per l’elettorato sulla falsa riga della sfigata quanto “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana memoria, e dopo le prove di rigidità dei piccoli partiti dell’Ulivo sulla nuova legge elettorale, ritengo sinceramente sia meglio perdere che vincere: perdere con dignità piuttosto che con opportunismo, perdere una volta, forse due, ma poi qualora mai si riuscisse a rialzare il capo, lo si potrebbe fare senza guinzagli di alcun genere, tanto meno a strozzo. Avendo anche fatto, nel frattempo, un po’ di pulizia.
Ciò non toglie che la gestione del PD lascia comunque tanti dubbi aperti e l’impressione, forte, che al voto occorrerebbe andarci con tanto di nausea montanelliana.