Ieri pomeriggio sono stato al cinema. Il film “Lost in translation” era un pò che volevo vederlo ed immaginavo che ne sarebbe valsa la pena: la regia di Sofia Coppola (per rinverdire la polemica di venerdì, una figlia d’arte) e la presenza di Bill Murray erano ottime premesse.
Della Coppola avevo apprezzato “Il giardino delle vergini suicide“, film molto particolare. Di Murray, ogni espressione nei suoi film, ma in particolar modo a partire da “Groundhog Day“. Il film di ieri è molto carino, poetico, non ordinario. Ottima la fotografia e la colonna sonora, ottimi gli attori (in particolare Bill Murray e Scarlett Johansson). E il finale, per nulla scontato e per nulla banale. Il sottile gioco di sguardi e complicità, le battute di Bob, gli sguardi di Charlotte. Insomma, vivamente consigliato a tutti.
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