Cè chi va ripetendo: à la guerre comme à la guerre. E io sono daccordo: perché se le cose si fanno, allora vanno fatte bene. No? O ppaese ro soole, o ppaese ro maare, ce simm scurdat cummè ca se fa a gguerra. Ripassiamo, dunque.
- non bisogna dare il via a processi di psicoanalisi collettiva ogni volta che facciamo la bua al nemico (tantomeno se in qualche prigione ci scappa la mano e finiamo per usare elettrodi, guinzagli e altri oggettini sadomaso)
- non bisogna pisciarsi addosso di lacrimucce tutte le volte che fanno secco uno dei nostri. Ok i funerali di Stato, le condoglianze alle vittime e bla bla: ma ricordiamoci che per tre ostaggi in mano loro (già dimenticati, peraltro) noi deteniamo migliaia di pericolosi terroristi; e che per ogni nostro caduto dallaltra parte ce nè qualche centinaia. Insomma, gli stiamo rompendo il culo, a sti beduini del piffero. Ottimismo.
- teniamo bene a mente la superiorità (dai, su, non cè altro modo per definirla!) del nostro sistema democratico sul loro sistema insciallah o bonga bonga, a seconda dei casi. Noi, quando spariamo, lo facciamo in osservanza a regole dingaggio, comandi militari, procedure belliche. E se qualcuno sbaglia, se qualcuno ci va con la mano pesante, paga: tribunale marziale e via. Mica come quei tagliatori di teste mezzi scemi che fanno filmini tutti incappucciati e urlanti. Noi, al più, si fa qualche foto digitale.
Orsù, allora: fieri e tosti alla battaglia. Senza rompere troppo le balle. Mi sono spiegato?
Ps: il mio adorato elefantino continua a ripetere sta solfa qui: non possiamo equiparare le torture ad Abu Grahib con lorrore della decapitazione di Berg. Le prime rappresentano la violazione di ogni fondamento della nostra civiltà (e saranno sanzionate), le seconde la ferocia e la follia che serpeggia nellIslam. Io, per parte mia, dico: non possiamo equipararle. Delle prime è responsabile il governo del paese più potente e ricco del mondo, delle secondo un gruppo di disperati terroristi/resistenti. Ci sono in ballo, da un punto di vista politico, ordini di responsabilità del tutto incomparabili