Lire, euro, carovita… questi discorsi li leggo sui giornali e li sento per la strada, ma ci casco anche io, allibito ogni volta da come quello che anni addietro era un signor stipendio oggi consenta una vita appena dignitosa.
Ieri era il giorno del mio compleanno e per recuperare una giornata che definire pesante è un eufemismo, mi sono concesso del sushi in uno dei ristoranti giapponesi migliori di Roma. L’ho fatto con coscienza, dunque sapendo a cosa andavo incontro. Eppure l’idea di avere nel piatto davanti a me 82mila lire di riso e pesce in si e no quindici “pezzettini” mi ha lasciato ancora una volta la sensazione che questo mondo va a rotoli.
Così penso che l’unica soluzione sarebbe lasciare anche l’euro, ma non per la lira, bensì per una nuova unità di misura: i giorni di lavoro. Sì. Se contassimo in giorni di lavoro la nosra spesa, probabilmente rifiuteremmo una volta per tutte questo sistema.
PS: comunque la cena era ottima ed il pesce freschissimo…
25 giugno 2005 alle 11:48
salute
28 giugno 2005 alle 11:41
aug