Martedì avevo una giornata di lavoro a Torino e per ottimizzare la mia agenda settimanale, avevo deciso di partire molto presto in aereo per rientrare a Roma già in serata. Dunque, sveglia alle 5 per essere in aeroporto alle 6. Una colazione rapida post check-in e poi mi presento al gate… passano i minuti ed arriviamo all’ora di imbarco… passano altri minuti e siamo avvertiti che ci sono dei problemi. Per farla breve, i problemi si riferivano alla composizione dell’equipaggio ed erano problemi diffusi su tutti o quasi gli altri voli Alitalia.
Ovvero: non era un sciopero, ma era uno sciopero. Qualcuno si da malato, qualcuno arriva in ritardo, con l’effetto che il singolo volo non può partire per tempo. Ed io che alle 6 ero a Fiumicino, sono riuscito a decollare solo alle 8. Arrivati a destinazione, altra piccola chicca: dieci minuti in piedi fermi dentro l’aereo, in attesa di una scala mobile che ci portasse a terra, risultando guasto e bloccato il bridge di collegamento diretto con l’edificio. E in quei dieci minuti, lo stewart si giustificava e incolpava della situazione l’azienda, che non rispetta gli accordi sindacali già sottoscritti… Insomma, in ufficio sono arrivato alle 10 invece che alle 8.30.
Anche il volo di rientro non è stato uno scherzo. In primis perché mi son dovuto sorbire una filippica di un tassista torinese (simpatico) che a mò di Troisi in “Ricomincio da tre” mi diceva che dovevo scappare in Spagna, che lui ci aveva vissuto e che ci sarebbe tornato, che l’Italia è un paese dormiente, spento, che non da nulla a noi giovani, che passiamo una vita in sale d’attesa per uno stipendio di sopravvivenza, ecc. ecc. Insomma, una situazione buffa.
Entrato in aeroporto, scopro a video che il volo di rientro delle 21.30 era stato spostato alle 21.50. Olé. Presa con filosofia ormai, ceno al self service prima di passare il varco di sicurezza. Nel frattempo, avendo ormai terminato qualsiasi cosa da leggere che mi ero portato appresso, prendo un giornale da una panca, Le Figaro. I minuti passano e nemmeno il primo ritardo viene rispettato. Leggo il giornale e come sempre trovo che i quotidiani francesi hanno una copertura delle notizie di politica e cronaca estera che ci fa impallidire, chiusi nel nostro provincialismo.
Magari due righe, un trafiletto, ma riportava notizie sullo Sri Lanka, sul Vietnam, su Afghanistan e Iraq, su Libia, su Marocco, sul Sud America, un’intera pagina sugli scontri nelle Filippine e ancora su almeno altri venti paesi, nonostante ci fosse la notizia dell’insediamento di Sarko all’Eliseo.
Insomma, l’Italia tra trasporti e informazione, a volte fa veramente pena…
17 maggio 2007 alle 22:22
? Perchè “a volte”…?!?
18 maggio 2007 alle 08:50
Perché non amo nemmeno infierire sul mio Paese, pur quando lo merita… 😉
23 maggio 2007 alle 11:05
almeno sei partito e arrivato….magra consolazione sigh!!