Prima il terribile incidente a Madrid. Poi quello Kyrgyzstan. Infine un AirDolimiti in fiamme a Monaco e un Ryanair che scende di 8000 metri in cinque minuti, per finire con un atterraggio di fortuna.
Sbaglio o gli incidenti aerei tendono a concentrarsi tutti vicini, in un breve lasso di tempo? Sono anni che noto come al verificarsi di un incidente, altri si sommino ad esso nella settimana o nelle settimane subito seguenti…
26 agosto 2008 alle 16:59
Temo che la spiegazione sia più semplice: quando succede un fatto grave (incidente aereo, stupro, rapina in villa, ecc.), per le due settimane successive i media non parlano d’altro, dando massima pubblicità a tutte le notizie analoghe. Passate le due settimane, si passa al prossimo fatto grave di ambito diverso, e così via…
26 agosto 2008 alle 21:41
E’ la prima riflessione che ho fatto. Epperò, datomi questa motivazione, non la trovo bastante a spiegare la mia osservazione: incidenti non catastrofici, tanto più se suffragati da prove video o foto, sui siti web dei giornali vengono sempre pubblicati. Mi è capitato di leggerne, anche se magari per poche righe. Però a sensazione, così, mi pare che ci siano momenti in cui si concentrano maggiormente questi eventi. Sarebbe interessante prendere i dati degli ultimi dieci o venti anni e distribuirli su un grafico…
26 agosto 2008 alle 22:48
Ho fatto una rapida ricerca con Google. Database completi sugli incidenti aerei si trovano sul sito:
http://www.planecrashinfo.com/
(dove però non vengono conteggiati gli atterraggi di emergenza tipo Ryanair e gli incendi prima del decollo tipo Air Dolomiti). Quest’altro sito fornisce anche statistiche anno per anno:
http://www.airdisaster.com/statistics/yearly.shtml
dalle quali mi sembra si evinca che la sicurezza dei voli aumenti in modo abbastanza regolare col passare degli anni (colonne Rate 1 e Rate 2).
Detto questo, non sarei così sicuro che i giornali pubblichino sempre incidenti non catastrofici (magari lo fanno, ma in pagine interne che non colgono l’attenzione, e lo stesso per le prime pagine dei giornali on-line). Certamente i telegiornali tipicamente non ne parlano (a meno che l’incidente non avvenga in Italia).
26 agosto 2008 alle 22:54
Aggiungo che, dando un’occhiata ai siti indicati nel commento precedente, si vede che negli ultimi anni ci sono stati grossomodo una quarantina di incidenti aerei per anno, quasi tutti con vittime. Stiamo dunque parlando di poco meno di *un incidente a settimana*, e non mi sembra di ricordare così tante notizie sulla stampa…
28 agosto 2008 alle 23:46
Sono anch’io per l’ipotesi della percezione alterata dovuto alla “moda del momento” dei giornalisti. Che comunque “cavalcano” gli argomenti che “tirano” di più.
Feci diversi anni fa una analoga osservazione per le morti da monossido di carbonio. Notizie ora sempre più rare, ma penso ancora ugualmente presenti in inverno.
Se volete un esempio più attuale, pensate alla continua tragedia delle morti sul lavoro e della loro invece intermittente presenza sul main-stream delle notizie in italia…
29 agosto 2008 alle 16:48
Ciao, io di lavoro faccio l’attuario, quindi me ne sto buono buono a tirare fuori i numeretti per le compagnie di assicurazione e si, non si sa il perchè ma gli incidenti aerei hanno, a livello mondiale, una frequenza cosiddetta a grappolo, e quindi si verificano, per cos’ dire, in gruppi, e questo è statisticamente (per chi ci crede) dimostrato da diversi anni. E anche se uno non ci crede, sta di fatto che le compagnie di assicurazione e riassicurazione ne tengono molto conto, e siccome quando prendono decisioni, le prendono per importi di diversi miliardi di euro, forse un fondo di aderenza alla realtà c’è.
Che poi al sorgere del primo incidente immediatamente scatta una sindrome che porta ad avere una maggiore sensibilità per gli stessi, è vero anche questo.
2 settembre 2008 alle 14:28
ritengo sia più moda/notizia del momento che statistica o caso
un esempio illuminante è leggere quello che hai scritto:
“”un Ryanair che scende di 8000 metri in cinque minuti, per finire con un atterraggio di fortuna.””
ora, da quanto ho letto io, l’aereo ha avuto una depressurizzazione
cosa comporta essere a 8000 metri? che servono le mascherine per respirare a quella quota, quindi il pilota deve scendere di quota il più possibile per permettere di respirare normalmente
e quindi, non potendo poi più tornare ad alta quota per via dei problemi di aria, deve atterrare per riparare il guasto
quindi “scende di 8000 metri in 5 minuti” si chiama procedura, decisa dal comandante
“atterraggio di fortuna” si chiama atterraggio, perchè quando sei a quota normale non serve certo “la fortuna” per atterrare, ma è un normale atterraggio, che hai o meno la pressurizzazione non cambia niente
vedi come la percezione sia alterata dalle notizie giornalistiche?
15 settembre 2008 alle 16:06
E’ la stampa che li riavvicina sempre tutti……come le violenze sulle donne ed i morti sul lavoro…….in italia muoiono mediamente 4 persone al giorno per incidenti sul lavoro……li sentite sempre al telegiornale voi???