Diciamolo, oggi Google detta legge in Internet per le strategie di marketing online. Essere nei primi risultati naturali, avere un ottimo page rank e presenziare nei link sponsorizzati può fare la differenza per un business che in toto o parzialmente fa affidamento alla Rete per trovare clienti.
Da solo, copre mediamente oltre il 50-60% delle ricerche mondiali e lascia agli altri motori, chi più chi meno, le briciole. Merito di algoritmi che hanno dimostrato di fare la differenza ma anche a strategie che solo dieci anni fa sembravano bizzarre: ricordate la mutazione dei Search Engine in portali? Google puntò invece sulla precisione dei risultati e sulla velocità di caricamento delle pagine e dei risultati, bandendo ogni abbellimento grafico superfluo, vincendo la sfida.
Dunque oggi se cerco clienti per la compagnia aerea o per il mio agriturismo, non posso prescindere da Internet, dai motori o da portali che aggregano strutture omogenee. Altri li cercherò con le Pagine Gialle, con il passaparola, con la pubblicità tradizionale, ecc. Però Internet è un canale quasi irrinunciabile e lo sarà sempre di più. Bisogna però capire che gli investimenti sono ormai consistenti in termini di tempo e di denaro, che debbono essere valutati sul medio periodo almeno (Google oggi penalizza i siti “giovani”, relegandoli ad una specie di purgatorio), che i contenuti sono vieppiù importanti, che se non siamo in grado dobbiamo ricorrere a persone skillate e specializzate nel settore, ecc. ecc.
Ci sono poi dei business, fioriti negli ultimi anni, che puntano tutto su Internet: parliamo ad esempio dei circuiti editoriali rappresentati da blog con vere e proprie redazioni che producono contenuti ad hoc, specializzati e verticali. Il ritorno pubblicitario può essere molto elevato per i circuiti migliori (qualcuno parla anche di 200mila euro/anno); allo stesso tempo, fai affidamento su un solo tipo di entrata/canale, con grossi rischi nel momento in cui il numero dei visitatori al tuo circuito/sito crolli per qualsivoglia motivo.
E’ il caso di Master New Media, che qui racconta una storia molto interessante. Viene da pensare che le regole dell’economia sono valide on e off line, da una parte, ma anche che Google ha oggi un ruolo quasi da monopolista (detto con tutta l’ammirazione per BigG).