Spassosa scenetta in treno (metropolitano) questa mattina. Due autisti bus di linea romani, uno dei due evidentemente assegnato ad una linea mai percorsa prima, il secondo che cercava di dargli lumi su come non perdersi per strada.
“Via Cicerone, c’hai presente!”
“Ah, si!”
“Beh, ar semafero giri a sinistra, poi arivi a piazza Cavour, je ggiri attorno e te butti su Lungotevere, sempre dritto nun te sbagli!”
“E poi?”
“Poi arivato a Piazza Trilussa te butti a sinistra, che ar ponte dopo, Ponte Garibbaldi, devi da girà a sinistra”
(…)
“Ammazza ahò, quanto c… ce metto pè fà tutto sto giro?”
“No, mica tanto… n’ora e cinquanta e sei al capolinea!”
“Me coj…ni!”
Quanto avrei voluto seguire l’autista fresco di linea e vederlo ogni tanto cercare con occhio bisognoso un passeggero di quelli che tutti i giorni prendono lo stesso autobus, chiedendogli “Pe’ dove devo da anna’ mo?”. E in dieci avere tutti teorie diverse sulla retta via, come sempre.
8 giugno 2004 alle 08:15
Inutile chiedere indicazioni quando gli interlocutori sono più di uno, infatti.
D’altronde non sempre il percorso più semplice è quello più diretto…
la magia, nell’affrontare strade di montagna, sta proprio nelle improvvise curve, che non ti lasciano prevedere cosa troverai dietro..
8 giugno 2004 alle 14:18
"…avere tutti teorie diverse sulla retta via…",COME IN POLITICA,allora,tanto per restare in tema CON GLI ULTIMI POST!!;) Secondo me,IN OGNI CASO,il VERO PROBLEMA è : CUI PRODEST? 😉 ipa