Una cosa che non sopporto nei telegiornali e nei mezzi di informazione in genere è il valore del tutto variabile della vita umana. Se muore un soldato italiano la sua vita pesa 100; se muoiono 100 civili iracheni, le loro vite sommate assieme non varranno più di 50.
Così venerdì me ne stavo bello bello sul divano ad ascoltare il Tg quando un servizio mi ha indignato e fatto girare i cabasisi: un incidente stradale, causato da “un padre troppo premuroso” che nella concitazione del momento, la moglie stava partorendo e doveva essere condotta in ospedale, non ha rispettato un semaforo rosso. Risultato: ha investito un motociclista e lo ha ridotto – “premurosamente” – in fin di vita. Il servizio però concludeva tralasciando questo particolare evidentemente secondario e, con voce del cazzo, annunciava che fortunatamente il bambino era nato nell’ambulanza accorsa sul posto.
Dunque: il motociclista, che non so se sia ancora vivo o meno, senza alcuna colpa se non di circolare su una moto e di rispettare il codice della strada, vale meno di un bambino appena nato. Il padre non è un omicida, semmai, ma una persona “premurosa”. Ecco, quando sento queste cose mi viene il vomito. Che razza di giornalisti abbiamo? Che razza di morale abbiamo?
12 luglio 2004 alle 10:18
E della moto? Dei danni riportati alla moto vogliamo parlare?
12 luglio 2004 alle 11:36
il cinismo di bobo mi fa sorridere, la morale è quella di uno stato cattolico dove la nuova vita e la famigghia vale mille, à lebbo’ ricordi che c’abbiamo il papa qui?
12 luglio 2004 alle 11:52
Cinismo a chi?? Huè??
12 luglio 2004 alle 12:12
scusa, è vero. le condizioni della moto sono la prima informazione da verificare..in effetti ho chiesto che la modulistica istat di rilevazione degli incidenti stradali invece di riportare solo i dati dei feriti e deceduti (umani) provveda ad una opportuna integrazione con un box specifico sui danni alla moto!
hanno tempi biblici, lì.
potremmo raccogliere firme ed organizzare una petizione, che dici?
12 luglio 2004 alle 21:10
Già. E poi dicono che siamo tutti uguali… Se non detestassi le autocitazioni, mi autociterei. (Qualcosa di simile l’ho segnalato il 5 luglio.)