Riporto il contenuto dell’inserzione apparsa ieri su La Repubblica (nei prossimi giorni anche su Il Foglio e L’Unità) a firma di Luigi Manconi e della sua associazione, A Buon Diritto, perché sono idee in cui mi riconosco:
Due anni fa A Buon Diritto-Associazione per la libertà e Luigi Manconi si fecero promotori di un documento a sostegno del Testamento biologico: una Dichiarazione anticipata di volontà, tesa a garantire a ciascuno, finché si trovi nel possesso delle sue facoltà mentali, la possibilità di dare disposizioni riguardo ai futuri trattamenti sanitari per quando tali facoltà fossero ridotte o annullate.
In quel testo si leggeva: Si è creduto, per millenni, che la morte corrispondesse allinterruzione del battito del cuore, ma oggi sappiamo che il cuore può continuare a battere anche quando è sopravvenuta la morte cerebrale. (…) Sappiamo, in sostanza, che la persistenza della vita non corrisponde sempre allesistenza di una persona dotata di intelligenza e di volontà e capace di rapporto e di comunicazione. (…) Ne consegue che il confine tra cura doverosa e accanimento terapeutico è sottilissimo e può essere tracciato solo con difficoltà; e che quel confine sfugge, spesso, alla capacità di conoscenza e di controllo del diretto interessato: il paziente.
Da qui discendono interrogativi ineludibili: è opportuno fissare un limite a questo protrarre lesistenza? e qual è il ruolo della volontà individuale – del titolare del corpo malato – nell’indicare quel limite? Da qui la proposta del Testamento biologico. Un atto che può essere revocato dal firmatario in qualsiasi momento e che può prevedere lindicazione di una persona di fiducia, alla quale affidare scelte che linteressato non è più in grado di assumere. Il Testamento biologico può contribuire a (…) evitare che il corpo e lo spirito siano sfigurati dal dolore, umiliati dalla perdita di coscienza, devastati dal decadimento dellorganismo e della mente.
Sottoscrissero, tra gli altri, quel testo: Valerio Pocar e Gabriele Albertini, Giuliano Amato e Sandro Bondi, Ernesto Galli della Loggia e Marco Cappato, Franco Cardini e Pier Luigi Bersani, Renato Farina e Guglielmo Epifani, Fabio Fazio e Riccardo Perissich, Massimo Moratti e Umberto Veronesi, Rita Levi Montalcini e Amos Luzzatto, Mario Pirani e Tullia Zevi; due parlamentari, Antonio Del Pennino e Natale Ripamonti, presentarono un disegno di legge, tuttora fermo al Senato.
Comunque la si pensi sulla vicenda di Terri Schiavo il Testamento biologico può rappresentare un importante passo avanti per la tutela del malato e per la civiltà giuridica del nostro paese.