Leggevo di Welby e mi sono ritrovato a pensare che su questo blog, ma anche nella mia testa, sui giornali e sulle tv, finiamo per discutere e parlare più o meno sempre delle stesse notizie, senza che nulla cambi. Per questo trovo molto intelligente un passaggio della lettera del medico Roberto Santi:
“Allargare il suo problema all’eutanasia – prosegue il medico – significa disperdere il suo personale bisogno ed il rispetto di un suo sacrosanto diritto in un oceano di disquisizioni etiche rese praticamente inaffrontabile dalla forte presenza ed influenza delle gerarchie ecclesiastiche nel nostro Paese e sulle forze politiche. Il suo caso è un altro. Si tratta semplicemente di interrompere un atto terapeutico che era già accanimento nel momento stesso in cui fu deciso”.
12 dicembre 2006 alle 21:08
Come si vede, si può essere chiari con poche parole.Un giornalista serio preparato e motivato anzichè ripetere e ripetere le stesse girandole di parole a sproposito, avrebbe chiesto al Medico curante (rianimatore?): “Scusi, dottore, non pensa che forse era accanimento terapeutico?”. Pubblicando la domanda e, eventualmente, la risposta del Medico.Pubblicando poche righe, anche senza la foto del signor Welby.
12 dicembre 2006 alle 21:10
…accanimento mediatico…
8 marzo 2007 alle 09:13
Effettivamente il problema è dire le parole giuste. Dall’altra parte occorre anche avere un interlocutore che non distorca il messaggio per pre-giudizio. La battaglia della Medicina su questi temi sarà ancora lunga. Dopo il caso Welby è venuto fuori il “Welby sardo”, cioè il signor Giovanni Nuvoli che ha lo stesso identico problema affrontabile nello stesso identico modo.
Il cruccio dei ricercatori sulla intelligenza artificiale è quello di far sì che i sistemi imparino dall’esperienza: l’Italia non è un sistema intelligente…
Dott. Roberto Santi, MD
9 marzo 2007 alle 12:30
Concordo, da sempre. Le parole sono segni comunemente condivisi con cui ci mettiamo in relazione con gli altri; attribuire significati diversi o usarle impropriamente, già di partenza porterà a discussioni vuote e fuorvianti.
L’Italia oltre ad avere carenza sistematica di intelligenza nel suo funzionamento, manca soprattutto di memoria… e questo genera ulteriori disastri.
E’ stato un piacere leggerla.
10 marzo 2007 alle 18:48
Ancora una riflessione sulla “malasanità”
Allora il problema è questo.
Il Direttore Generale (DG) di una ASL o di un Ospedale è nominato dall’Assessore Regionale, chiaramente espressione di un Partito o di una coalizione. Il DG nomina i responsabili (una volta detti primari) dei Reparti secondo il proprio intuito. Cioè non è tenuto a valutare il curriculum del medico: l’esperienza, il numero di interventi, le capacità… Semplicemente è sufficiente che un medico sia in reparto da 5 anni per poter essere nominato “primario”. Quel minimo di garanzia dei 5 anni di anzianità talvolta non è neppure rispettato. Succede quindi che il DG nomini “primari” solo persone gradite al potere politico espresso dall’Assessore. Conosco elcuni medici, meno bravi dei loro colleghi, che hanno fatto carriera perchè sono consiglieri comunali… In Liguria conosciamo il caso di una dottoressa diventata “primario” del Pronto Soccorso, senza avere i 5 anni di anzianità, dopo essere stata vista in atteggiamanti intimi con i Direttori (generale e sanitario). Dopo 10 anni di questo andazzo succede che in quasi tutti i posti di repsonsabilità ci sono solo raccomandati, talvota senza titoli… I medici bravi si demotivano.
Capita abbastanza spesso che al cambio del DG cambino molti “primari”. Credo che basterebbe questo a far capire che qualcosa non va. Purtroppo anche i giornali ne parlano poco (la politica influenza anche loro) e tutti i sistemii di controllo di tipo amministrativo sono stati cancellati. I Sindacati si guardano bene dal rilavare le cose che non vanno e usano il potere del DG, condizionandolo a loro vantaggio, in cambio di una pax timorosa. Molti la pensano come me, ma la paura diffusa neii confronti di un Potere così grande, genera l’omertà che nasconde tutto (morti per errore, illegalità, mercimonio). Non so se sono stato chiaro.
10 marzo 2007 alle 18:50
Vi chiedo scusa… avevo digitato con errore l’indirizzo del sito web. Rimediato…
Pingback: Spunti di riflessione