SIGNOR JAZZ
..Chi lo avrebbe mai immaginato,
di improvvisarti, fare parte di te
e scritturare il mio sollievo..
Non ho mai sentito nulla di più bello
Il Jazz è come un sogno
È la casa mentale di tutti gli accecati artisti.
Lui è un elegante signore
Il signor Jazz
Ti guarda
È tutta una risposta
In lui
C’è candore e tanta gentilezza
Lui può esserti di male
Ma ti capisce se l’ami.
Le mie note parole
Sono lacrime agli occhi.
Non c’è altro da fare
Scrivi in continua saggezza
Il Jazz poetico
È il tuo annuncio
La tua memoria
Il tuo vecchio impiccato Jazz.
Le mie note parole
Sono lacrime agli occhi
Ancora sulle guance
In un lungo silenzio personale.
L’insensato Jazz
È il controllo del volto in volo
Un tipo curioso e galante
Un quadro tenuto sotto uno stato impensabile
O una donna
Conosciuta in un giorno affollato
Nel centro di un’idea.
Il Jazz
È un cielo giunto fra città nemiche
Con i suoi imminenti
Cambi di umore e stagione
Il primo segno
Il primo colpo di tosse
E contatti di luce fuoristrada..
Autostrade incalzanti.
Un bel po’ di storia
Il Jazz
Fra orecchio
Palato fine
E spalle minacciose
Un bel po’ di vita
Il Jazz
Scarabocchio indelebile
Infilato nella tasca anteriore della carne
La bestia originaria
Puro investimento
Di un artista in ascesa o discesa.
Un bel po’ di note
Il nontiscordardimè improvvisato Jazz.
Non ho mai libato nulla di più libero
Un sorso di caffè
È la mia vecchia impressione
Un sorso di contentezza
È la pelle d’oca
Di starmene accolto
In tua compagnia
Per luoghi accoccolati ad occhi abbassati.
Le mie note parole
Sono lacrime agli occhi
Ma sane e forti
Come correnti di eventi
E dentro un’occhiata a quei fogli inesistenti..
Che individuano l’immortalità del Jazz.
5 aprile 2010 alle 19:52
SIGNOR JAZZ
..Chi lo avrebbe mai immaginato,
di improvvisarti, fare parte di te
e scritturare il mio sollievo..
Non ho mai sentito nulla di più bello
Il Jazz è come un sogno
È la casa mentale di tutti gli accecati artisti.
Lui è un elegante signore
Il signor Jazz
Ti guarda
È tutta una risposta
In lui
C’è candore e tanta gentilezza
Lui può esserti di male
Ma ti capisce se l’ami.
Le mie note parole
Sono lacrime agli occhi.
Non c’è altro da fare
Scrivi in continua saggezza
Il Jazz poetico
È il tuo annuncio
La tua memoria
Il tuo vecchio impiccato Jazz.
Le mie note parole
Sono lacrime agli occhi
Ancora sulle guance
In un lungo silenzio personale.
L’insensato Jazz
È il controllo del volto in volo
Un tipo curioso e galante
Un quadro tenuto sotto uno stato impensabile
O una donna
Conosciuta in un giorno affollato
Nel centro di un’idea.
Il Jazz
È un cielo giunto fra città nemiche
Con i suoi imminenti
Cambi di umore e stagione
Il primo segno
Il primo colpo di tosse
E contatti di luce fuoristrada..
Autostrade incalzanti.
Un bel po’ di storia
Il Jazz
Fra orecchio
Palato fine
E spalle minacciose
Un bel po’ di vita
Il Jazz
Scarabocchio indelebile
Infilato nella tasca anteriore della carne
La bestia originaria
Puro investimento
Di un artista in ascesa o discesa.
Un bel po’ di note
Il nontiscordardimè improvvisato Jazz.
Non ho mai libato nulla di più libero
Un sorso di caffè
È la mia vecchia impressione
Un sorso di contentezza
È la pelle d’oca
Di starmene accolto
In tua compagnia
Per luoghi accoccolati ad occhi abbassati.
Le mie note parole
Sono lacrime agli occhi
Ma sane e forti
Come correnti di eventi
E dentro un’occhiata a quei fogli inesistenti..
Che individuano l’immortalità del Jazz.
Lettera poetica del signor Jazz:
Maurizio Spagna
©
di Maurizio Spagna
http://www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-