Si parte sabato con un’attacco terroristico a Nairobi, in un centro commerciale. Un numero di morti altissimo, insensato, in una città che mi è rimasta nel cuore e in cui ho un amico (che peraltro solo due giorni prima era lì). Sarà perché se in alcuni luoghi ci sei stato, sei più sensibile a certe notizie, comunque mi ha colpito e toccato fortemente, in tutta la sua follia. E’ folle che si debba morire per motivi così futili, come il fanatismo religioso o etnico.
Domenica, se non erro, l’attacco terroristico in Pakistan con un’altro pesante prezzo in morti e feriti. Anche qui, seppure affiancata da questioni di potere e di guerra, la religione ci ha messo il suo zampino. Altro gesto folle.
Infine di lunedì scopri che un docente di religione del Liceo Classico Mariotti di Perugia distribuisce ai propri allievi un questionario chiedendo espressamente un valore di rilevanza per le colpe di cui un uomo si può, secondo lui, macchiare. Ecco il questionario:
Ecco uno dei motivi per cui i miei figli non seguono l’ora di religione, sin dalla scuola materna. Questo sarà un caso isolato, ma ritengo che la vera coscienza sia quella personale, non quella religiosa, e che una testa capace di pensare, riflettere, condividere, sia più sana di una testa indottrinata e che ad alcuni valori crede perché scritti da qualcun’altro. Di certo, pur ateo, sono più cristiano io di questo docente. E forse anche più devotamente musulmano di quei terroristi.
Oggi, la vera fede, è avere ancora fiducia negli uomini, nonostante questi facciano di tutto per dare il peggio di sé.
Che la religione sia l’oppio dei popoli resta forse una delle frasi più attuali di Karl Marx. Purtroppo.