No, non è un augurio a scoppio ritardato. E’ semplicemente sarcasmo allo stato puro… Io il Natale non lo sopporto più tanto, e giuro non è una formula di trito anticonformismo: mi piacerebbe godere di queste abitudini, di questi riti perché sono assai rassicuranti.
Ho iniziato questo Natale perdendo un aereo, il 23 mattina. Non mi sono proprio svegliato e così sono dovuto rientrare a Roma nel pomeriggio invece che la mattina, sputtanandomi subito cento euro e una mezza giornata in cui volevo esaurire lo shopping.
Il 24 mattina ho cercato di recuperare, ma l’umore per altri motivi era andato a farsi benedire. Vedere poi persone attorno con la frenesia da regalo, lo sguardo finto-buono-natalizio e un traffico che ammazza, rende il moto centripeto delle balle ancor più veloce. Comunque soddisfatta la necessità, mi sono preparato al pranzo di Natale, ormai tradizionale, con Bobo e Pardo. Regali, tre bottiglie di rosso per annegare i pensieri e un menu da saturazione lipidica del fegato…
Il pomeriggio sono sceso sperando di trovare un tabacchi ancora aperto alle 18.30. Avevo finito i sigari e stavo entrando in astinenza. Chiaramente il tabaccaio stava chiudendo la saracinesca proprio in quel momento, dunque, inutile implorare. Vedo il self service e penso: "Bon, compro un pacchetto di sigarette e fumo quelle". Ma avevo solo tre euro spicci e di media costano tutte di più. Due o tre marche costavano 3 euro tondi tondi; la mia scelta cade su un pacchetto che sembrava in foto marrone scuro, nella speranza di non ritrovarmi tra le mani delle light (le cose o si fanno bene o non si fanno affatto). Le Club. Le sigarette più fine e leggere che siano vendute, credo, nel mondo! Il presepe è stato omaggiato con simpatiche espressioni popolari, nel percorso dal tabacchi a casa.
Il 24 sera la cena in famiglia… durata poco o nulla, perché non avevo voglia di parlare. Alla fine, sono montato in auto e ho coperto duecento chilometri in un’ora e venti: neanche un intero traino di renne avrebbe retto il passo del sottoscritto Babbo Natale. La mattina dopo sono ripartito per il mega pranzo di famiglia, altri duecento chilometri a passo di carica… fino al GRA. Uno stuolo di auto tra me e casa… Un’ora e dieci fino al raccordo, altre due ore per fare si e no quindici chilometri! Avessi avuto il bazooka, avrei allegramente santificato il Natale con una strage.
Pranzo di famiglia con cadavere: una questione vecchia di soldi mi divide con un parente. C’è quasi scappato un ciao, ma è stato fin troppo. Anche perché mi ha talmente esacerbato che lo considero fuori della mia vita per sempre. Alla fine grande abbuffata e discreta noia: eppure mi ricordo dei bei pranzi tanti anni fa, in cui eri felice di passare con i parenti i giorni di festa. Sarò io: sarò ormai diventato una bestia, non so.
Per addolcire il carattere, decidiamo con Pardo di andare al cinema, un’idea davvero orginale nei giorni di festa. Film scelto: "A history of violence" di Cronenberg. Veramente bello. Ultraviolento e angosciante come pochi però… un allegro film di Natale insomma. Tanto per rassenerarsi l’animo.
Infine, questa mattina: per venire in ufficio ho dovuto "scartare" in auto uno stuolo di obnubilati da panettone, evidentemente. Tutti coi riflessi rallentati, l’occhio vitreo e una guida di merda. Appunto, la merda: entro in ufficio e sento una puzza inconfondibile… L’ho pestata! ‘Fanculo al Natale!
2 gennaio 2006 alle 18:30
Buon 2006
3 gennaio 2006 alle 10:02
Anonimo, grazie mille del pensiero. Che ricambio.