Non si riesce a star tranquilli un giorno in questo Paese (e in questa sinistra).
Ora esce fuori l’intercettazione di Piero Fassino che parla al telefono con Consorte di Unipol ed è tutto un fiorire di commenti politici, accuse, distinguo. La Margherita gongola, considerate le pulci che è sempre disposta a fare ai Ds per l’egemonia nel centro-sinistra. La destra se la gode, senza freni. Ed io sono qui a chiedermi: perché quando venivano pubblicate intercettazioni di esponenti invisi o di opposta fazione scagliavate pietre ed ora che vi riguarda da vicino, invece, è uno scandalo e una lesione dei propri diritti, una campagna diffamatoria? Non mi interessa in questo momento se siano o meno vere le accuse, quale sia il testo ed il significato delle trascrizioni, quale sia stata la via di fuga degli atti secretati… qui si tratta di misura e faccia.
Se sei in buona fede previeni simili rischi, rendi per primo pubblici i rapporti intrattenuti con persone coinvolte in affari poco chiari e ti tiri in qualche modo fuori; oltreciò eviti di tirar pietre su chi invece viene colto in fallo prima di te. Non puoi usare due pesi e due misure anche se è umano farlo. Altrimenti quale credibilità ti rimane? Detto questo, non si è colpevoli sino a prova contraria, a destra come a sinistra (il garantismo o è biunivoco e senza eccezioni o non è tale), dunque diamo fiducia a Piero Fassino e seguiamo la notizia. Che sia notizia e non fuffa, chiaro (avere un conto o un leasing su una banca coinvolta nello scandalo non può essere un sigillo o una colpa).
Epperò, ragazzi miei, basta con la sindrome di Tafazzi!