Presi dai nostri mille pensieri ricorrenti, sul perché non siamo in cima al K2 o ciabattini felici o viaggiatori senza meta, io e Bobo questa sera abbiamo citato argomenti come nemmeno Wikipedia… ed in fine di serata, mi sento dire che è uscito un articolo in prima pagina su Repubblica qualche giorno fa, sul “culo”. Incuriosito, torno e cerco. Il risultato è una lettera di tale Mila Spicola, illustre sconosciuta, che mi chiedo come abbia fatto a finire in prima pagina. Certo, è luglio e ancora non c’è una nuova Via Poma, ma rilevo alcuna nuova verità, alcun lampo di genio, alcuna originalità, alcun valore in ciò che è scritto.
Scrive: “Ho 39 anni, sono single, due lauree, due master, […] e … un gran bel fondoschiena”. “ Se io vado in cantiere con i tacchi a spillo attiro l’attenzione… non perché vado contro il decreto sulla 494, ma perché ho pur sempre una bella caviglia..”.
Un amico disse: “Uno dei miei grandissimi pregi è la modestia“. Meditate gente, meditate. E andiamo a vedere se da una lettera così piena di luoghi comuni, fastidi personali e ricatti (perché dire ad un giornale che pubblica solo fighe è come dire, se non mi pubblicate in fondo è vero), non uscirà fuori qualche lavoro extra per la persona in questione, che siano interviste, attenzioni, articoli o pubblicità personale.
21 luglio 2007 alle 09:19
Anch’io mi sono chiesta come abbia fatto a farsi fare tutta questa pubblicità. Inoltre mi chiedo come vada in giro vestita questa, dato che – volendo – è facile dissimulare sederi e caviglie in un cantiere.
22 luglio 2007 alle 19:55
Direi molto più facile dissimulare che mostrare… a meno che, non salga le scale in tacchi a spillo e minigonna, “mise” classica di un direttore lavori, of course.
11 agosto 2007 alle 15:27
“Poi tutto finirà lì, bruciato dalla necessità di produrre notizie
fresche, che facciano discutere la gente di cazzate, anzichè di cose
serie.”
“Insomma, nonostante il QI che lei vanta e tutte le lauree, mi ha dato
l’impressione di una furbacchiotta che ha sfruttato l’occasione per
farsi pubblicità”
queste alcune delle frasi che ho letto su di me nei blog, ora leggo anche la sua.
sinceramente vorrei a questo punto, visti gli attacchi davvero feroci,
non averla mai avuta quella pubblicità . questi alcuni dei post che mi è capitato di leggere nei blog,
a parte gli attacchi personali generali alla mia persona, quando
personalmente non ho mai attaccato nessuno, non ho letto nessuno che
si sia soffermato sul succo della lettera che era un altro.
ma il succo della lettera non interessava. a tutti, compresi voi,
interessava parlare di quello di cui sanno parlare meglio, nel bene e
nela male, e cioè la banalità.Avete confermato la mia percezione:
questo è quello che vuole la gente, la banalità.
“la complessità della persona è sempre più bandita, più complessa da
spiegare, da VENDERE.”
questo era il succo. E invece il messaggio che è passato è stato solo
quello che ognuno di voi voleva leggerci.
queste sono le “cazzate” che sperava di tirar fuori la mia lettera e
invece tutti, ma proprio tutti vi siete soffermati sulle provocazioni:
Parliamo dell’Italia e riportiamo un po’ di dati reali.
3 donne su 10 molestate sessualmente. il 75% delle molestie avviene
non in luoghi isolati o notturni, ma nei luoghi di lavoro e tra le
mura domestiche
75 % di disparità (in difetto) di stipendi nel privato.
2% di presenza di donne nei consigli di amministrazione delle aziende.
11 % nella politica.
99% di donne utilizzate nello spettacolo e nei media solo per
programmi leggeri.
75% di risultati scolastici migliori delle donne negli studi: perchè
poi questi meriti non vengono utilizzati? all’improvviso diventano
incompetenti?
primato mondiale, (ripeto mondiale) in italia del consumo di
pornografia (significa un consumo massiccio e quasi totalizzante
nell’universo maschile italiano- riporto cifre di mercato, non
opinioni).
3 donne su 10 vuol dire che, statisticamente, potrebbero esserci
vostra moglie, vostra sorella o una vostra cara amica.
e da dove vengono questi 3 uomini su 10? dal nulla? vengono da un
humus che è quello a cui accennavo “ironicamente” nella mia lettera.
L’italia è un paese maschilista e non ha nemmeno l’umiltà di
ammetterlo. non so più che dire. non diciamo nulla e riflettiamo
soltanto.
una mail scritta una domenica pomeriggio e mandata quasi
inconsciamente dal pc ti trasforma nel mostro che avete dipinto.
Uomini e donne in ugual maniera.ma se pubblicasse un giornale in prima
pagina una lettera del genere allora cosa sareste :
“Spinto dalla curiosità ho dato un’occhiata di sguincio per vedere
l’oggetto di tanta concupiscenza.
Direi che non trattasi di culo brasiliano, ma certamente di culo
“tanto”. Di quelli che quando hai 50 anni fai fatica a portartelo
dietro.
Del resto la ragazza tende un poco alla pinguedine, e negli anni si
vedranno le conseguenze.
Intendiamoci, io valuto questi aspetti, di cui non m’importa nulla,
solo perchè lei ne ha parlato come di qualcosa di straordinario.
Complessivamente ha un aspetto gradevole, ma assai “normale”. Potrebbe
essere la mia giornalaia, la mia verduraia oppure la commercialista.
Ho sentito anche quello che ha detto: accento meridionale, lieve
difetto di pronuncia, ha attenuato molto il tono polemico della
lettera.
Dice che lei deve andare in cantiere, che ha a che fare con operai,
muratori, spesso extracomunitari, i quali le danno un’occhiatina al
posteriore, ma che dopo qualche giorno il rapporto migliora e diventa
più professionale.
Dice che in cantiere non ci può andare coi tacchi a spillo e la gonna
corta e che si deve vestire da cantieristica. Vorrebbe un mondo in cui
l’elemento estetico non è rilevante nei rapporti umani (sic!).
Dovrebbe sapere che in base alla legge 626, nei cantieri ci si va con
la tuta, il casco e le scarpe antinfortunistica, quelle con la punta
di ferro.
Insomma, nonostante il QI che lei vanta e tutte le lauree, mi ha dato
l’impressione di una furbacchiotta che ha sfruttato l’occasione per
farsi pubblicità.
Esiste un sito suo, e anche numeri di telefono.
Immagino che presto ci saranno interviste con servizi fotografici. Poi
tutto finirà lì, bruciato dalla necessità di produrre notizie fresche,
che facciano discutere la gente di cazzate, anzichè di cose serie.”
ci leggo acredine e odio per una persona che neanche conoscete. io non
ho attaccato “una” persona, ma un malcostume, che , signori, c’è.
Eccome se c’è.
quanto ai tacchi a spillo: c’era un se grande quanto una casa,
possibile che non lo abbiate letto?
quanto al pelo e al contropelo sul mio accento e la mia pinguedine,
cara signora, perchè non si sofferma a pensare che qualcuno le sta
dicendo come deve vestirsi, che è megliuo coprirsi e stare sobria? ma
lo sa che queste cose le suggeriscono in pakistan? ma ci rendiamo
conto? ma chi cavolo se ne deve fregare di come si vesta una donna
senza che per questo venga giudicata? ecco il punto.
chi cavolo se ne frega delle scarpe che devo o non devo indossare?
ma oliviero toscani se l’è guardate le sue di scarpe per dire che
dall’altezza del tacco dipenda l’intelligenza di una persona? ma non
sarebbe il caso di fregarsene?
ma state dicendo sul serio o scherzate?
che volete che vi dica?
perchè ci avete perso tutto questo tempo allora?
a parlar di “cazzate”?
quando la realtà della lettera era seria e profonda: siamo solo
portafogli e ci facciamo infinocchiare sempre. Anche in questo caso.
nessuno che abbia riflettuto su quella frase: è solo mercato ormai
l’italia.
nessuno.
basta che qualcuno finisca in prima pagina, che gli diano il titoletto
scabroso e allora cadiamo là tutti nella trappola. senza nemmeno
leggerla e capirla fino in fondo.
in ogni caso l’accusa non era singola, personale e offensiva, come
invece è stata la vostra. Era la riflessione amara su uno stato di
fatto che non sorge dal nulla ma dall’abitudine banale e gratuita del
giudizio sommario sulle donne, quasi che fossero solo oggetto da
vedere, per cui è più importante capire che scarpe hanno ai piedi
piuttosto che il pensiero che hanno in testa, abitudine che poi porta
a questo (lo riscrivo e lo ribadisco)
3 donne su 10 molestate sessualmente. il 75% delle molestie avviene
non in luoghi isolati o notturni, ma nei luoghi di lavoro e tra le
mura domestiche
75 % di disparità (in difetto) di stipendi nel privato.
2% di presenza di donne nei consigli di amministrazione delle aziende.
11 % nella politica.
99% di donne utilizzate nello spettacolo e nei media solo per
programmi leggeri.
75% di risultati scolastici migliori delle donne negli studi: perchè
poi questi meriti non vengono utilizzati? all’improvviso diventano
incompetenti?
primato mondiale, (ripeto mondiale) in italia del consumo di
pornografia (significa un consumo massiccio e quasi totalizzante
nell’universo maschile italiano- riporto cifre di mercato, non
opinioni).
rideteci ancora su se ci riuscite. ma a quel punto davvero non ci
sarebbe nessun’altra replica.
rideteci su..
io per quel che mi riguarda non ci rido, caro ghino di punta, non ci
rido affatto e con me gran parte delle italiane, il 51 per cento di
questo paese.
intanto parlo e mi ribello, voi invece che fate?
in mancanza di una disanima più attenta e riflettuta replicate cose
del genere?:
“questa è una mitomane probabilmente pure un poco ciosba che sogna
capi o
colleghi che le diano gran pacche sul sedere. classici parossismi da
donna
sui 40 in rotta verso lo zitellaggio ahahah ci godo ” . e ….
ma parlate di quello che succede invece che accusare una persona che
non conoscete. è troppo facile così, ed è anche, aggiungo inutile.
per quel che mi riguarda io parlo ancora e mi interrogo e tento di far
qualcosa. per chi volesse saperne di più (però saranno in pochi, qua
non si parla di tette e di culi, ma solo di cose serie)
http://www.myspace.com/donneinvisibili.it
mila spicola
21 agosto 2007 alle 09:18
Madonna che commento lungo! Potevi anche mandarmi una mail, direttamente, per discutere o contestare ciò che avevo scritto, sintetizzando invece pochi pensieri nel commento…
Comunque, banalità a parte, hai citato frase comparse sui blog che non mi appartengono. Il copia incolla non è uno strumento di dialogo, ma solo un modo per proporre in più spazi possibili la propria “esistenza”.
Poi, sul fatto che l’articolo non mi sia piaciuto e che sia rimasto sorpreso che finisse in prima pagina su un quotidiano nazionale, beh, son questioni di gusti e di sensibilità.
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