C’è stato un periodo d’oro per l’atletica italiana, per noi giovanissimi esaltante come può esserlo a quell’età. Simeoni, Cova, Mennea, … Ricordo ancora la faccia tirata di Mennea, velocista italiano, dotato di un fisico normale e che nulla ha a che vedere coi culturisti degli ultimi dieci o vent’anni.
Eppure quest’uomo fermò il cronometro sui 200mt piani a 19″72, nel 1979. E questo record è rimasto per quasi 17 anni imbattuto. Anzi, resta ancora oggi il miglior tempo europeo ed italiano. Chapeau!
Così, fa assai piacere per me sentirlo, affabile e pieno di buon senso, spendere parole sul caso Pistorius, dire che l’atletica è uno sport che dopo il doping ha assoluto bisogno di trovare esempi positivi e comunicarli.
Insomma, trovarlo ancora capace di impegnarsi per lo sport. Un esempio per molti. Un bel ricordo per noi.
23 settembre 2007 alle 09:25
Pietro il grande zar dei 200m.sacrificio e risultati.uno di noi che teneva a bada i nefilim.Davide che batteva Golia.Esaltanti gli anni 70 e 80 con lui in giro.
25 dicembre 2007 alle 15:31
Nel 1982 Mennea realizzò anche il record del mondo sui 200 metri indoor, con il tempo di 20” 77.
Nelle gare indoor si correva su 4 corsie, ed io ero uno dei 4 corridori.
Essersi, è stata un’esperienza straordinaria.
A.
26 dicembre 2007 alle 16:53
E’ un onore allora leggere il tuo commento. Credo tu abbia vissuto un’epoca per il nostro sport e la nostra atletica, non ripetibile. Il mondo è cambiato, almeno.