Apprezzo Daniele Luttazzi, mi piace ciò che scrive e ritengo che sia uno di quei comici originali e quasi unici nel nostro panorama nazionale. L’unicità è data in alcuni casi anche dagli eccessi verbali, dalle provocazioni. Però, quando questi paiono gratuiti, volgari senza esser comici, vuoti di reale significato, bisogna prendere atto che non parliamo più di satira o comunque che si è esagerato, che i limiti sono stati passati.
Gridare alla censura mi pare eccessivo. Se io editore ti assegno uno spazio libero, ma tu ne abusi e peraltro ledi l’immagine di altre persone della stessa rete, forse sarai chiamato a doverne render conto. Poi possiamo parlare di sospensione e richiesta di chiarimenti o scuse, piuttosto che di chiusura di un programma. Ma anche in questo caso non ci trovo nulla di scandaloso né di censorio.
Mi pare equilibrata questa analisi. Il coro dei colleghi scandalizzati mi pare sinceramente stonato invece. Il video che ho visto e le parole che ho sentito non sono giustificabili, né mi hanno fatto ridere. Gridare alla censura mi sembra la solita scorciatoia, facile ma parziale.
Update: anche le parole di Aldo Grasso sul Corriere della Sera mi paiono condivisibili dalla prima all’ultima e rispecchiano quanto penso e quanto ho espresso sopra.
9 dicembre 2007 alle 21:15
Parlare di censura è sbagliato, ma è anche sbagliato dire che Luttazzi ha insultato Ferrara. Il paradosso della frase incriminata, depurato dal torpiloquio, riporta situazioni reali. Ferrara, che è molto intelligente, eviterà puntualmente di argomentare